Anne Fine: Non c'è campo
Intanto il titolo: quello originale è "Up on cloud nine", ovvero, più o meno: "dall'alto dell'euforia". Ed il titolo originale è decisamente centrato, poiché Anne Fine ci racconta di un ragazzo, Stol, la cui estrema sensibilità gli fa vedere il mondo da un punto di vista diverso, rispetto a quello dei coetanei e di tutte le persone intorno a lui; punto di vista contraddistinto da stati d'animo estremi, oscillanti fra euforia e nichilismo. In forza di questo, Stol è un diverso, che ha stabilito relazioni del tutto particolari con gli altri. Anche i professori lo ascoltano in maniera diversa (ed è comunque un fortunato, perché lo ascoltano, riconoscendogli una maturità non banale).
Stol è in ospedale, completamente ingessato in seguito ad una caduta da una finestra di casa (la casa di famiglia, dove si capisce vive poco e non troppo volentieri) . Come sia potuto cadere e perché sono le domande alle quali in sotto traccia si tenta di rispondere, ricostruendo, attraverso i racconti del suo migliore amico (e tutore di fatto) Ian, la vita di Stol.
Frammentario, rapsodico, punteggiato da momenti lirici e scene ora drammatiche, ora esilaranti (il mondo di Esme, ovvero il totale egocentrismo della madre, assurge al grottesco), il romanzo della Fine presenta personaggi assolutamente stimolanti, in un contesto sostanzialmente positivo: Ian, abbandonato neonato, ma ora felice nella sua famiglia adottiva; Stol, comunque amato e rispettato, non perseguitato, semmai (il buco nero della sua esistenza) ignorato dai suoi genitori in carriera (la Matilde di Dahl se la passava assai peggio, no?).
Lo scioglimento è un'indicazione di speranza, sebbene la Fine non ci offra consolazione che i problemi di Stol si risolvano, poiché non c'è traccia di resipiscenza alcuna nei suoi genitori.
In conclusione: da leggere.
Non c'è campo (Up on Cluod nine)
Anne Fine
Traduzione: Cristina Sperandeo
Editore Salani
Riferimenti
Il sito di Anne Fine: http://www.annefine.co.uk/
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