23 agosto 2007

J.K. Rowling: Harry Potter VII - The Deathly Hallows

Alla fine ho ceduto.
Intendevo aspettare l'edizione italiana, ma pare che Salani non l'abbia in catalogo per tutto il 2007.
E quindi mi son buttato sull'edizione inglese (quella con la copertina dignitosa, con l'horcrux, l'altra era verramente orrida).
Mi limito a commenti generali, perché mi sembra ignobile rovinare gusto e sorprese agli appassionati che non l'hanno ancora letto.
Devo dire che la conclusione è degna della saga. Certo, con tutta quella schiera di personaggi, e tutte le complessità ed ambiguità emerse soprattutto negli ultimi volumi, avrebbe potuto suddividere l'epilogo della vicenda in almeno due tomi, ma evidentemente il motto della Rowling era "sette e non più sette". Mi rimane giusto il rimpianto per il mancato sviluppo di alcuni personaggi (uno per tutti: Draco Malfoy); la Rowling fa ruotare il volume conclusivo intorno al trio Harry - Hermione - Ron, seguendoli in una sorta di pellegrinaggio, sulla traccia degli horcrux e dei "deathly hallows" ("talismani fatali").
HP VII è un volume di scioglimenti e conclusione vero e proprio. La Rowling continua nella classicità del genere, non perde colpi e propone anche un tipico scontro finale fra buoni e cattivi (dove non mancano le sorprese).
Mantengo l'opinione che la Rowling abbia un'ottima vena umoristica e spero vivamente di leggerne storie al di fuori del mondo di HP.
Insomma, buona lettura a tutti!

16 agosto 2007

Anne Fine: Magia Interrotta

Avventura non banale, dove Anne Fine propone il dilemma: "che cosa fare se salvare un'amica comporta perderne l'amicizia"? È qui il nocciolo della tensione emotiva delle avventure di Imogen, voce narrante, e Mel, nuova arrivata in classe, dotata di doppia personalità e madre svampita (almeno così appare al primo incontro).
Imogen mi piace, forse anche perché un po' mi ritrovo nel suo amore per il mondo dei libri. La Fine la delinea dandole una certa ambiguità: quel suo amore non rischia di allontanarla dagli altri? Non è una Matilda (protagonista del romanzo omonimo di Rolad Dahl) cresciuta e non sembra proprio un tipo simpatico. Sospetto nutra un vago disprezzo nei confronti dei compagni e mi chiedo se da grande sarà felice, oppure troppo sensibile per non affligersi delle brutture degli esseri umani.
Nella migliore tradizione britannica, niente moralismi banali.