Charles Butler: The Lurkers
La situazione in cui un personaggio si rende conto di un pericolo incombente, mentre tutti gli altri lo ignorano è sempre foriera di sviluppi interessanti. Il suo aspetto più fertile è la creazione di una forte tensione, che scaturisce dai rapporti fra personaggi: il personaggio consapevole è costretto adagire in un ambiente indifferente od addirittura ostile; noi stiamo dalla sua parte, conosciamo la posta in gioco e rimaniamo col fiato sospeso per ogni intoppo o fraintendimento.
Naturalmente, lo spunto non garantisce il risultato: la saga di Peggy Sue parte da qui, ma si perde ed alla fine delude.
Anche The Lurkers, di Charles Butler, prende il via dalla stessa situazione, calata in una ambientazione quotidiana ed in una famiglia assolutamente tipica. L'io narrante è Verity, che si rende conto che il fratello John, geniale, viziato ed insopportabile, ha offerto ospitalità a Galder, una misteriosa entità, non persona, non fantasma, che, poco a poco, sembra impadronirsi della sua volontà.
Butler narra con buon ritmo ed in molti casi l'atmosfera è veramente oppressiva, come si conviene ad una storia di questo tipo; la scena col vecchio pupazzo di John è classica ed estremamente efficace; ma, alla fine, lo scioglimento è piuttosto semplicistica.
Quando i cattivi appaiono così forti, da temere siano invincibili, la soluzione che consente di sperare nella loro sconfitta deve essere all'altezza, altrimenti il banale escamotage lascia un po' di delusione.
Charles Butler: The Lurkers
Ed.: Usborne (lingua inglese)
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