28 agosto 2008

Neil Gaiman: American Gods

Strana sensazione, come di fronte ad un piatto in cui il cuoco non abbia saputo ben amalgamare gli ingredienti. Ingredienti che sono di buona qualità: il tema, intanto, ovvero la lotta fra dèi nuovi e tradizionali; quindi l'approccio al racconto, organizzato come una sorta di esplorazione degli Stati Uniti; infine i personaggi, dèi ed uomini, con le loro vite ed i loro modi di relazionarsi.
Insomma, ce ne sarebbe per tutti i gusti (dalla trattazione della modifica dell'immaginario collettivo alla descrizione di un paese, ai combattimenti all'ultimo sangue), ma il risultato non quaglia. Al di là di singole scene efficaci, di parti ben ritmate e, ribadisco, dell'architettura generale, i singoli elementi sembrano semplicemente giustapposti l'uno all'altro, come se mancasse un'ulteriore revisione, che alleggerisse la scrittura e la composizione. Anche lo stile non è all'altezza della potenzialità del romanzo; confesso che, di fronte ad alcuni passaggi mi sono seriamente domandato se non ci fosse un (grave) problema di traduzione, tanta era la loro farraginosità.
Insomma, una grande occasione persa.